Life/Theater

Io e Te. Ombra…

…Io che ti seguo sin da quando sei nato, tenevi un uomo ed una donna per mano, la prima volta che hai attraversato le strisce pedonali quasi mi risucchiavano, ma da quant’è che Tu mi hai dato per scontato?…” [Rancore – “Ombra”]

Sabato notte, con questa canzone in testa, in loop, mentre giro perso per la mia città in cerca di non so cosa, non so neanche perché sono in strada, credo solo che debba ritornamene a casa. Stato di tensione, sistema nervoso guasto per dirla alla Marilyn Manson [ “Disassociative“], periodo incasinato, nulla che fila liscio, bene, semplice, non lo è mai stato. Ma tanto a me cosa importa, a me tutto rimbalza addosso come un muro di gomma, tutto scivola via, Io che nn mi lego, che me ne frego, che non ho mai problemi, che chi sta meglio di me così, Io che vivo perennemente in vacanza.

[Rewind, devo aver perso il filo corretto del nastro di quando la storia raccontava questo.]

C’è tanta gente intorno a me, sono ovunque, siamo in piena estate; è tutta una confusione che mi sta dando fastidio, non è da me, pare. Conosco anche tante persone che non ci si crede che stia qua da solo, eppure è così. Quando ti senti solo in mezzo alla gente è la vera solitudine che ti colpisce. Manca chi ci dovrebbe essere, chi vorrei, forse, non so, manca una complicità amica, manca un affetto vero, manca un amore che salvi dall’oblio. Tutto, niente? Qualcosa manca, sarà la vita.

Eppure è come sopra, quanta gente conosco, quanta ne ho contattata, forse pure troppa, forse a caso, forse non lo so più nemmeno Io. Sono 24h su 24 impegnato in qualcosa, 7 giorni su 7, eppure ci sono sempre, perché non succede viceversa, ogni tanto dico. Io faccio troppe cose, a volte, quando mi si risponde, mi si dice così; magari perché devo e mi serve? Magari perché mi piace. Magari riempio un vuoto, quello in cui mi manca la complicità e che gli altri hanno trovato da riempire.

Devo staccare, ho bisogno di uno svago, ho bisogno ogni tanto di un momento per me con qualcuno che non mi faccia domande sul come va, su cose impegnate, sul periodo o la giornata, mi va di leggerezza che vi assicuro non è una brutta parola, non è un non predere sul serio la vita, anzi forse è il contario. Una bevuta, qualche battuta, un abbraccio, non ne faccio neanche una questione di sesso, di affetto, di uomo o donna.

Quanti di quei messaggi, caffé, serate, erano richieste di aiuto così? Quante non si capivano, quante dovevo scrverlo più esplicito? Alcune lo erano, altre no, tutte erano sicuramente una dimostrazione di piacere, per motivi vari e diversi di trovarsi, e stare assieme. Riprendiamoci il nostro tempo.

Ma il mondo non è incasinato solo per me, viviamo davvero un’era complicata, specie negli ultimi anni è successo di tutto e non si accenna a fermarsi, stiamo tutti presi con qualcosa, ognuno con i suoi motivi, i suoi guai, e ci rendiamo le cose difficili anche da soli, pure quando non si potrebbe, persi dentro una spirale che continua a girare. Non ce l’ho con nessuno o nessuna, sia chiaro. E non è rivolto a nessuno o nessuna in particolare. Come nei racconti e nei film, ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale. Anche perchè chi sta e vuole stare al mio fianco so che c’è e ci sono, anche quando non si vedono. Arriverà il momento, come canta Vasco [“Vita Spericolata“], di ritrovarsi come la stars a bere del whisky al Roxy Bar.

[Racconto breve di uno spezzato di odierna società.]

Ma intanto che affondo in questi pensieri contorti senza capo e coda, con la buia coltre che si fa più profonda, al mio fianco a richiamare l’attenzione ci sei Tu, in parole e musica.

…Io ti seguirò la notte, ma ricorda, gira questa conta, ho la sagoma che brucia, ma non importa.. E ora guarda la tua ombra, canta la tua ombra, se hai paura della notte, è notte fonda, siamo controluce Io e Te…” [Rancore – “Ombra”]

Siamo solo e soli Io e Te. Ombra:

…la tua ombra, sono Io la tua ombra, faccio surf seguendo la tua onda, quando il cielo è annuvolato che mi nascondo ma diventerò un gigante ad ogni tramonto, ed ogni volta che ti fanno una foto ricorda bene che c’è sempre qualcosa che mi confonde e quando spegni la luce di notte che mi stacco da te, che mi stacco da te e faccio il giro del mondo in questo mare di ombre…” [Rancore – “Ombra”]

Hai ragione, scusa, sto qua a sfogarmi di una presunta solitdine non bene definita e motivata quando ci sei sempre Tu al mio fianco che non mi abbandoni, grazie che sei con me, mi tieni compagnia in questo caos, ad ogni passo della mia esistenza tra realtà e fantasia, che come dici di me “…che poi alla fine Tu ne hai fatta di strada ma la tua vita è ancora disordinata, mi sento come dire un po’ frastornato, quando correvi quei tombini mi risucchiavano…”

Poi a un certo punto, mentre ci incamminiamo verso casa, passiamo davanti a quel muro ben dipinto di scrittori, con la penna simbolo di ogni Poeta dove non posso resistere dall’ennesima foto da farmi, e, visto il look di stasera, facciamola con il cappuccio su, in style hip hop come si conviene, da writer che si nasconde, o a emulare Rancore, come quello che vorrei riversare con l’inchiostro.

Ma Tu:

…le prime volte che hai fatto l’MC ti vestivi meno nero di così, non mettevi quel cappuccio così convinto di essere come la tua ombra, ma stai zitto che scrivi male, non mi piace come mi hai descritto, Io vedo che la mia presenza non ti consola, Io disegno male ma ti piace come ti ho dipinto, perché, se vedo me e dopo vedo te, vedo una cosa sola…” [Rancore – “Ombra”]

Ed eccomi arrivato a casa, anzi eccoci arrivati, con queste note ancora in testa, con questa storia che dentro prende forma e l’idea forse malsana di metterla sul blog. Ma è notte fonda, è tardi ora per scrivere, proviamo a dormire, domani è Domenica, anzi lo è già da un’ora, se al risveglio l’avrò ancora che suona dentro allora sarù giusto scriverla e dedicarla a te, alla canzone e il suo autore.

Buonanotte.

Ombra: buonanotte…

…e ogni volta che hai la luce in faccia se ti giri, Io ti seguirò, Io ti seguo, ma non lascio mai una traccia, la tua sagoma disegnerò, quando spegni la tua luce è una minaccia, perché Tu continui a vivere, Io no.. Ed è questa la danza delle ombre, quante orde di ombre fanno una danza, questo è il momento di pensare, oltre, non puoi nascondere nel buio la tua ignoranza, non puoi buttare su di me tutte le tue colpe, se vuoi vedere quante forme ha la mia sostanza guarda il mare profondo, guarda bene la spiaggia, la tua ombra che danza…” [Rancore – “Ombra”]

Domenica.

Al risveglio non sei andata via, sei ancora qui con me, siamo sempre Io e te, Ombra. Questa è la nostra storia e per quale motivo la raccontiamo? E’ vera, è autobiografia, è un romanzo, è tutta fantasia, una canzone altrui che allungo in prosa per fare mia? Un’invocazione? Forse è ciò che abbiamo letto su quel muro dipinto:

…raccontare la vita di un uomo non è forse una preghiera?…” [cit. Giorgio Scerbanenco]

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