Life/Theater

29 Febbraio / 1 Marzo… (44)

E’ il 29 Febbraio, sono ancora qua fermo nello stesso punto, a guardare il mare.

Quattro anni passati, un dolce, inatteso, regalo, incontrarti, baciarti, sentirsi vivi senza sapere che da lì a poco il Mondo si sarebbe irrimediabilmente ammalato, cambiato, ma Noi quasi non ci facevamo caso e sui confini, sulle limitazioni ci ballavamo. Sembrava irreale, dovesse passare, ma l’unica cosa non reale era sentimi bene, felice. Un anno ancora e tutto crollato, in pochi giorni sono, quasi, morto due volte, prima l’’animo quando tutto quello è svanito, poi di fisico quando il respiro ha iniziato a interrompersi.

Sono poi risorto qualche mese più tardi, come dopo un’apnea, di nuovo vivo, sulle tue labbra. Un attimo solo, una magia, un qualcosa che non esiste, come il 29 Febbraio.

È la vita, si dice sia così. Quante cose sono successe, alti e bassi, traguardi, incasinamenti, successi, cadute. Per poi rialzarsi ancora ed ancora andare avanti, tutto che cambia per poi, forse, non cambiare. Io che non sono più lo stesso, Lei, non lo so, Noi, chissà. Alcune cose restano tali a prescindere da tutto, le tracce nelle vene, lo spazio nel cuore, il bene che si vuole. Il sapore sulle labbra.

Quante volte ho pensato di venire qui a scrivere, raccontare, confessare, sfogare, a volte volevo solo riversare rabbia, altre volte quasi scusarmi per non essere stato quello che avrei dovuto, che avrei voluto, altre, ancora, solo per cercare di spiegare quanto, se pur non ci si creda, lo sia ora. O forse, semplicemente, volevo venire a scrivere perché non riuscivo a parlare di persona.

E di tutto questo non l’ho fatto e non lo faccio neanche ora, ci sono cose e situazioni dove le parole non servono, dove la bocca, le labbra, le mani andrebbero usate in ben altri modi.

Dal passato bisogna ricordare, imparare, mantenere tutto ciò che di buono c’è stato. E se c’era dell’amaro quello è stato annegato nel rum. E l’abbiamo bevuto, insieme.  Il presente è da vivere, qui e ora, per stare bene, che è ciò che meritiamo. Che vogliamo, in cui ci assomigliamo. E tuto ciò che di bello c’è. In amo. E da quel bicchiere, per il futuro, è stata accesa una luce, di speranza.

È il 29 Febbraio, un giorno che non esiste. Sto guardando il sole che scompare nel mare. E Lei c’è. Il tramonto, si fa buio, la notte ci avvolge, protegge e nasconde. E’ l’intimità, complicità che si fa passione.

È sogno.

È la mezzanotte che scocca.

È il giorno del 1 Marzo, il mio Compleanno. Sono passati quattro anni, Monologo 40 doveva essere l’ultimo, 44 potrebbe esserlo. Ed è un Monologo che non farò. Ogni Storia è un viaggio e questo non è ancora finito. La giusta via è quella che ci si crea, la narrazione è ancora tutta scrivere…

Ps: non c’è una canzone ma immagina un lento, agrodolce suono che accompagna, ho scritto questo testo digitando la tastiera come fosse quella di un piano.

Tra immaginazione e, forse, realtà. Solo un altro post di Compleanno. Tanti Auguri, a Me…

Lascia un commento